03/03/09
Assicurati l'anima ma anche la vita! Una passegiata di notte nel cuore di Roma
Tarda sera, passeggio per le vie dello Stato Vaticano. Ci sono già stato in questi luoghi, di giorno, quando qualcuno viene a farmi visita e io faccio da cicerone per le vie di Roma. Ma di sera questi posti assumono tutt’altra fisionomia. Le strade si fanno semides erte poco dopo le sette, quando i negozi per turisti chiudono. L’aria si fa irreale, tra la maestosità dei luoghi sacri del culto cristiano e l’irrisoria vita che gli pullula dentro. Sotto i portici che precedono Viale della conciliazione prendono posto i barboni, che cercano rifugio e accoglienza fuori dai luoghi santi. Passeggio e intorno a me non c’è nessuno. Sono le 11, e mi chiedo se non sia da incosciente. Sul lungo Tevere la vita è un po’ più animata. Mi allontano presto da lì e sfido miseramente la sorte. Mi inoltro in un giardino illuminato da 4 lampade per non so quante migliaia di metri quadri, subito sotto i muraglioni di Castel Sant’Angelo. Solo la magia dei luoghi compensa la mia idiozia. Tuttavia queste considerazioni durano solo pochi minuti e presto la frigida Prudenza decide di lasciarmi al mio destino io posso godere la bellezza e il silenzio. Gli alberi sono neri, di un nero poco più cupo dell’aria che gli sta nel frammezzo. Prima nascondono insidie, poi si perdono nel tutto e lì dietro traspare solo l’Eterno. E i viali corrono intorno al Castello, e io li seguo, scatto foto, poi mi fermo, e poi ancora. Scendo nel fossato e cammino ancora un po’ intorno, sul pietrisco. Me la godo come solo la solitudine può permettere. Fumo una sigaretta; prima mi rilassa, poi mi fa pensare di aver assunto un’aria da tipo losco che di notte in un parchetto non può che celare insondabili pensieri e insidie. Questo pensiero mi riporta al mondo degli uomini e mi accorgo che è tempo di lasciare quei luoghi. Riprendo Viale della conciliazione e salgo verso S Pietro. Sulla piazza un gruppetto di stranieri (Inglesi? Irlandesi?) ubriachi, un altro gruppetto di stranieri (Giapponesi? Cinesi? Taiwanesi? No, Giapponesi) ubriachi, e un gruppetto di poliziotti in divisa (Campani? Pugliesi? Calabresi?) che mi piace pensare ubriachi, e un po’ stranieri. La bellezza di S. Pietro di notte è talmente tanto cantata che ho deciso di fissare la mia attenzione su una chicca. Al centro della piazza infatti si alza una colonna di luce, dietro la quale spicca la facciata della basilica. Sulla colonna luminescente spicca una scritta in bianco su sfondo blu “INA Assitalia”. Ridacchio e vivacchio un po’. Nel cuore del culto della cristianità, nel luogo sacro più famoso del mondo, una pubblicità di una compagni assicurativa mette in guardia gli uomini dai rischi della vita terrena. Fantastico! L’immagine dal vivo è impressionate, in foto rende un po’ meno perché ho si un cellulare modernamente attrezzato di videocamera, ma non tanto modernamente da poterci fare un servizio fotografico ad alta definizione. Ad ogni modo, vedere il doppio volto della vita moderna raffigurato lì non può che stupire. Da un lato il culto del sacro e l’assicurazione spirituale che da millenni offre ai tremolanti cuori umani, dall’altro quello del profano, che ha secolarizzato il mondo degli uomini e che chiede il suo tributo pecuniario per assicurarsi l’avvenire. “Assicurati l’anima ma anche la vita!” pare ammonire quell’immagine. E la nostra vita cos’è se non la macchina, la casa, il lavoro o un bel fondo-schiena e tutte quelle cose che ci riempiono gli attimi fino al momento del necessario distacco? Un Memento Mori moderno insomma, tant’è che io, ispirato dal grande Troisi, me lo sono scritto.
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