Domenica. Mi sveglio poco prima delle sette ma con otto ore di sonno. Una settimana a quest'ora smaltivo una tenera sbronza incontrata in spiaggia su un peschereccio ormeggiato nel porto, prima di ritirarmi a casa coi cornetti caldi.
Ma ieri corto circuito anticipato.
Passeggiata del sabato [Munch, La sera in Karl Johan]. Gente del sabato. Birre del sabato. Pizzerie del sabato. Pietra bianca del sabato illuminata dalle luci del sabato. Stordito e lucido mi immetto nel fluido.
Un uomo sulla cinquantina mastica qualche grassa parola d'accusa verso la moglie, che intanto sorride un po' imbarazzata ad un'amica. Un ragazzo davanti un distributore di sigarette alza le braccia verso la propria ragazza con fare minaccioso. Lei sorride.
Cazzo vi ridete?
Cinquanta metri scarsi e già 'sti stronzi hanno offerto il peggio di sé.
Uno ha l'aria di essere il re del passeggio stasera.
Mocassini, calzino e bermuda beige, magliettina azzura e borsello scacciafica marroned'orato, bene in vista per via della nota marca. Sorseggia un cocktail rosa sotto un insegna rossa recante nome la cui pronuncia dovrebbe essere vietata dal Deuteronomio: Ba-ba-lù.
Tre colpi in aria. Annunciano che anche stasera gli artificieri ufficiali delle feste patronali hanno beccato i soldi di qualche congrega. Il movimento impazzito delle molecole di due, tre, quattro atomi assume forma e sostanza monodirezionale. Incantati, immobili, immobilizzati dallo spettacolo del fuoco, modernototem, ché alla fine ad attrarci so' sempre le stesse manie ancestrali.
Una signora vestita in canotta verde pistacchio guarda con occhio incantato le evanescenti palle luminose mentre la bocca continua un lavoro lento, costante, antico, metodico di ruminio. Mozzarella filante macchiata di rosso pomodoro zampilla da un panzerotto fritto grande abbastanza da doverlo tenere con entrambe le mani. L'incanto del fuoco cessa sotto l'ululato del ventre, la mozzarella si raffredda rapidamente, e i fuochi adesso servono solo ad illuminare meglio la giugulare della preda prima del colpo di grazia.
Giovani mamme si scambiano opinioni su quali creme utilizzare per le odiose smagliature da parto. Giovani padri si scambiano opinioni su quali creme comprare alle proprie donne per le odiose smagliature da parto. Giovani facoltosi si scambiano opinioni su quale prodotto utilizzare contro le alghe sulle chiglie delle loro imbarcazioni da diporto.
Su una parete di una casa una madonna nera in una nicchia. Statuetta comune, molto carina e evocativa. Al proprietario della casa però non bastava la sua evocatività. Per rischiararne il tono e intensificarne l'aspetto sacrale ha deciso di circondarla di un neon azzurro, tuttoin torno, aureola elettrificata. Penso alle orribili statue in bronzo di Padre Pio che disseminano le piazze, gli incroci, le aiuole. E penso ad altre cose.
Penso che devo tornarmene a casa stasera.
Cammino nervoso la lentamente. Sul perone preme l'ustione da azoto e l'ematoma per il colpo preso ieri. Una tigre ferita ringhia, come in Gran Torino. Voglia di uccidere qualcuno.
Sensazioni e impressioni modificate da una causa efficente interna, tutta fisica. Me le godo per quelle che sono, tra stridore di denti e voglia di evasione. Godo la differenza.
Chissà se domani la stessa gente, gli stessi fuochi, gli stessi atomi e le stesse molecole mi appariranno diversi, amabili, magari folcloristici.
Finalmente. Bel pezzo. Letto tutto d'un fiato, non a caso è proprio questo il sintomo di un buon pezzo: l'occhio che scivola veloce, l'occhio che vede e non legge.
RispondiEliminaPerdonate se penso ancora a Kraus, ecco:"si scrive perchè si vede e non perchè si sente dire".
Descrizioni come queste mi sono molto familiari. Sono i pensieri della mia adolescenza,sono le repulsioni, le nausee, i giudizi che per tante sere si sono affollati nella mia mente.
Fu in questi momenti che decisi di farla finita con qualsiasi comitiva, gruppetto, compagnia.Decisi che un giorno sarei scappata via dal cattivo gusto imperante, da una lotta che conducevo in solitaria e,dunque, che non conducevo affatto.
Sì, le sensazioni che avvertivo durante le feste di paese erano proprie queste: voglia di far male a qualcuno, una voglia da soddisfare bene e subito.
Oggi posso dire che, quando mi capita di ritornare al mio paesello calabro,mi diverte osservare i miei concittadini, è la stessa sensazione di straniamento che un vaggiatore prova di fronte a mondi e uomini lontanissimi nello spazio e nel tempo.
Chiudo(appunto col folklore, che diventa tale solo dopo aver assunto la giusta distanza): " Mi piace osservare i miei concittadini specialmente nei giorni di festa, con bandiere fuori dalle macchine all'uscita dello stadio. E mi diverte."(F.B.)
Sudare con loro e lottare o rassegnarsi e prenderla con ironia?, ancora non so dire.
Mi sono decisa per il tempo che spendo singolarmente arricchendomi con o senza l'altro.
Auguro a tutti,come fosse una maledizione, buone vacanze.
Post del post:
"tenera sbronza" un piccolo cammeo da incorniciare, così come:"cinquanta metri scarsi e 'stri stronzi hanno già offerto il peggio di sè". Bene Bis.
Evelina Leonardo Cucci
E tu volevi fare la vita militare?
RispondiEliminaMah!
Sei delicato come un fiorellino!
Una giornate come tante, inutili altre. Il passeggio serale mi è caro, soprattutto per i vari convenevoli scambiati ai margini delle strade. Ci si guarda appena, si sorride, si accennano smorfie di compiacimento: è il momento dei convenevoli.
RispondiElimina- Ciao, come va? -, la domanda più odiosa avrebbero mai potuto farti. Tu continui a sorridere poi rispondi - Bene, GRAZIE! - e a tua volta reiteri la domanda.
E così incontri avventori, simpaticoni di basso livello che mettono in scena le loro battute migliori. Tu continui a sorridere e poi ti poni una domanda: è forse questo comunicare?
Torni a casa, scorri velocemente la tua lista contatti di msn messenger e torni a dormire.
si, questo è proprio quello che mi è capitato ieri, messenger compreso. e ieri è stato uguale a tanti altri giorni.
RispondiEliminacomunicare. non so. sinceramente non mi sono mai posto un discrimine tra ciò che lo è e ciò che non lo è. Evelina ci riflette spesso, il suo blog è una sorta di apologia godibile e paradossale sulla comunicazione. (http://violettenoiziers.spaces.live.com/). facci un giro, ti piacerà
ho capito che non ci si può propro esimere dal fare uno spot su un blog,ma il mio piccolo inutile sito non è mai esistito,o meglio mi sono accorta della sua non-esistenza da sei mesi a questa parte; e poi mi sembra davvero fuori luogo aggiungere la mia voce a quella del coro dei 23 milioni di blog in tutta la rete. Non a caso ho deciso di mettere su un filtro potente all'accesso dell'Hommage à Violette Noziere: il non aggiornamento di msn. Sulla comunicazione è da poco tempo che ci sto riflettendo, avrò di meglio da dirvi in futuro, sempre se a qualcuno interesserà.
RispondiEliminaSalute a tutti,
vostra Evelonzola.