17/06/09
I mercanti sono entrati nel tempio: "santantonio lu nemicu de lu demoniu".
"Dies Irae.
Dies irae, dies illa,
solvet seclum in favilla,
teste David cum Sibilla"
Se il sacro non sloggia per decreto papale i mercanti ne occupano gli spazi sloggiandolo col denaro (lo "sterco del demonio" sull'altare di santantonio). Azione pulita, precisa, non senza l'eleganza dell'etereo. Principio immateriale vs principio spirituale: battaglia virtuale in cui il ruolo svolto dall'uomo è ridotto al minimo.
I canoni del codice di diritto canonico sono a questo proposito inequivocabili:
"Can. 1212 - I luoghi sacri perdono la dedicazione o la benedizione se sono stati distrutti in gran parte oppure destinati permanentemente a usi profani con decreto del competente Ordinario o di fatto"
(Fonte http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P4D.HTM )
Quindi basta che un luogo sacro diventi luogo adibito ad usi profani per fare in modo che Iddio in persona alzi i tacchi indignato. "Di fatto" dice il testo. Solo alla luce di quest'episodio sono riuscito a comprendere meglio tutta la rabbia del Nazareno davanti il tempio di Gerusalemme. Il pericolo era imminente: i mercanti a ridosso del tempio. La loro cacciata ha permesso altri anni di permanenza di Dio Sulla terra.
["Soltanto un dio ci può salvare" F. Holderlin].
Sant'Antonio (o Antuono) era una chiesa (sacrosanta) abbandonata al degrado. Nessuno la voleva. Un privato la prende in consegna, le lava le consunte vestigia, ci mette dei tavolini (presumibilmente ricavati dai banchi per le preci) una cucina (già sacra sacrestia)un piano bar (i più maligni ci vedono i resti dell'altare) e un allegro complessino locale che fa remake di Bach con un mezzo organetto. Ne fa un ristorante insomma. Non so bene a quando debba essere fatto risalire il momento del "divin trasloco", ma suppongo che sia accaduto nel momento del primo incasso stagionale. Gli dei abbandonano il mondo, direbbe Lukàcs.
Intanto mutano le cose nel tempo, aspettando il ritorno iroso di dio.
"Quella giornata sarà giornata irosa, ridurrà il mondo in brace polverosa. Sibilla e David attestano la cosa".
Sibilla e Davide testimoniavano per Tommaso da Celano (l'autore del Dies Irae) le metamorfosi del tempo, dei costumi, della caducità delle cose. Sibilla "attesta", testimonia, la caduta del mondo romano, David di quello ebraico. Chi testimonierà la caduta del nostro mondo? Avrà un senso ancora la "testimonianza"? L'arte testimonia, anticipa l'evento facendo emergere le possibilità intrinseche nel presente. Nell'arte si manifestano senza logica, senza violenza, ma vivide, intense. Le possibilità
E allora Francis Bacon [Figura con carne], i volti serafici e ghignanti dei suoi cardinali, l'abbandono della dimensione sacrale nella figura di un uomo violentata, mortificata, rattrappita, fredda di rigidità cadaverica.
Mi sarebbe piaciuto arredare quel locale.
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ancora con il bisogno di trascendenza, he? se baratti l'orma del sacro con la missione testamentale non rischi di ritrovarti, tutto sommato, in mano un'arte sacra e, alla fin fine, non ritorni al vecchio ritornello heideggeriano dell'arte fondativa?
RispondiEliminasempre con questo bisogno di legarsi a un evento extra-umano per sentirsi legittimati, legittimi, legiferanti.
en passant
a sinistra, in dell'insegnamento, puoi leggere i presupposti dei post(i) di questo blog.
RispondiEliminageneralmente prendo un evento, un fatto, e ci costruisco su un discorso tra l'allegorico e l'ironico. forse non mi riesce troppo bene perché stavolta devo difendermi addirittura dall'accusa di sentire il "bisogno di trascendenza".
mi sono riletto e la tua lettura è ovviamente possibile. rischi dell'analogia, tropo informe. ma alla fine io ho solo raccontato un fatto, giocato su una lotta allegorica tra principi immateriali, esagerato inoltrandomi in un campo che non mi compete affatto come l'esegesi biblica, e probabilmente anche quello dell'arte, messa tra la sibilla e davide come testimoni dell'ira cadaverica di dio.
ma, converrai, considerato l'esiguo numero di lettori di questo blog me lo posso pure permettere. non annuisco e non do pacche sulle spalle, ho detto. cerco solo di giocare. sto sul punto di vista, in bilico, senza "legiferare o legittimarmi", piuttosto smentendomi continuamente e spingendomi quanto più possibile ai margini del senso di ogni lettera digitata sulla mia tastiera. anche a rischio di sembrare contraddittorio, superficiale o, come nel tuo caso, un timorato di dio.
già, già. non metto in dubbio la tua “buona fede”. però.
RispondiEliminal’esiguità dei tuoi lettori e il supposto cortocircuito fra ironia e metafisica non possono di certo diventare scuse irrefutabili, e questo specialmente se scrivi sul web. l’allegoria, tra l’altro, è un tropo che gioca ancora con la forma originaria e quindi referenziale di ciò da cui si distanzia. la contraddizione in quanto tale, per giunta, non è certo da perseguire se non a un livello strumentale ed euristico del pensiero, altrimenti rischi di fare il gioco, questo sì, dei cantori ignoranti della metafisica. senza contare che rischieresti infine di essere un facile bersaglio per quei logici, sempre tanti, che ancora credono di potersi rifugiare dietro i paraventi di uno sciatto verificazionismo più sbandierato che concretamente dimostrato.
en passant
A proposito di divinità sfrattate e riutilizzo di luoghi di culto.
RispondiEliminaE se dio avesse deciso di rimanerci nella chiesetta abbandonata? La comunicazione ufficiale degli enti preposti non è detto abbia valore sulle cose spirituali. Si presuppone, ma non è detto. E poi è più facile immaginare che la spiritualità vinca e abbia ragione sulla burocrazia degli organi ecclesiastici.
Insomma, il Papa può anche firmare lo sfratto, ma l'inquilino deciderà da solo che fare. Del resto chi l'ha mai visto? Tutta la questione è in fondo poco problematica. Chi potrebbe accorgersi della sua assenza dal momento che nessuno s'è mai realmente accorto della sua presenza?
Il sapore del trascendente si transustanzia nelle fibre del buon arrosto di vitello.
Ma la presenza del divino, nella chiesa o nell'arrosto, rimane difficile da stabilire.
Solo un miracolo può testimoniare la Sua concreta presenza. E allora se il locale a Trani offrirà un vino piacevole, manterrà prezzi ragionevoli e alla fine della cena presenterà ogni volta una regolare ricevuta fiscale, solo allora potremo iniziare a fare ipotesi.
Ok Anonimo(I), mi piacciono le tue osservazioni. mi piace anche l'anonimato. cercherò di essere più attento. aggiungo solo che con questo blog io ho deciso di allontanarmi un po' dalla filosofia (d'accademia almeno: laureato e chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato) e quindi dagli attacchi dai metafisici, dai logici e dai patafisici e dal resto della paccottiglia. per noia, o forse solo perché non so mai dove e come stare, più probabilmente per altro...
RispondiEliminaAnonimo Veneziano, ti farò sapere appena possibile se da quelle parti si sente ancora "puzza di dio". comunque anche il tuo commento (come anche il tuo anonimato) mi piace molto, al di là dei giudizi ovviamente