28/06/09

La perla e la putredine. Trani enTraineuse.



Un muretto di cemento disarmato. Dall'altra parte ci può essere o l'azzurro del mare e del cielo uniti come in simbiosi o un mare di merda tossica. La possibilità di trovarsi davanti l'uno o l'altro mare non è data dal luogo in cui si è perché, sveliamo l'arcano, siamo ancora a Trani. E' data piuttosto dalla posizione: o da una parte o dall'altra del muro.

Trani vive così tacita e inconsapevole una delle sue contraddizioni, una di quelle che mi porto dentro fin da bambino, quando qui mi ci hanno portato. Come al solito allegorizzo l'allegoria e parlo attraverso immagini. E quindi Magritte, che tra tutti i surrealisti è quello che maggiormente approfondisce il tema dell'ambiguità dell'immagine. Ambiguità alogica in Magritte che diventa logica promanazione di sé stessa nella foto che ho aggiunto. La somiglianza inconsapevole degli stilemi delle immagini è molto affascinante. Non trovate?

L'ambiguità dell'immagine è quella della città che ce la offre. Trani apunto. Ogni volta che ci torno la vedo un po' cambiata. Più ambigua. Più magrittiana. I locali sul porto dove schiumano le solite birre per ore, scaldate, imbevibili, boccali cinti da mani ingioiellate per un immagine da vetrina luminosa e vuota. I vecchi alternativi imborghesiti, quelli che poi ritrovi ogni tanto ai concerti, con abiti diversi e più casual, più a la page, giusto un po' per il cambio momentaneo di stagione.

E quelli che si accalcano fuori la lampara. 20 euro di ingresso per una consumazione frugale e una che si spera più cospicua. Un posto di tutto rispetto la lampara. Una discoteca con tutti i crismi e il materiale umano idoneo. Ricchi e meno ricchi, comunque gente col portafoglio spesso, e di roba buona. Quelli con cui ci metto poco a guadagnarmi tutto il loro disprezzo.

Dopo aver passato un fazzoletto di carta sulla lingueta metallica, ieri notte stavo bevendo avidamente una crest da poco uscita dal frigo di un pane e merda quando non ho potuto fare a meno di notare strani movimenti vicino una macchina parcheggiata sul lato della lampara che da sul lungo mare. Raggomitolato lì sotto c'era un ragazzo, pantalone bianco e camicia violetto, inguardabile, esce dall'anfratto tra la macchina e il muro alzandosi i pantaloni per poi fermarsi in piedi, riallacciarsi la cintura e ritornare sollevato e scattante alla fila fuori l'ingresso. Aveva appena cacato.
Senza precauzioni igieniche di alcun tipo sarebbe ritornato baldanzoso alla sua fila di debosciati per poi entrare e muovere cosce, glutei, giunture e braccia sudate al suono della house.

Un leggero senso di disgusto, aiutato dal gusto aspro, a volte indigesto della crest.
Poi un ghigno ironico. Non c'è poi molta differenza tra questa immagine e quella dei due mari. Finisco la crest, mi accendo una sigaretta e mi giro verso il mare nero.
E' Trani, o quello che ne è stato fatto.
E' un aspetto della perla dell'adriatico che dentro la conchiglia mantiene la bellezza della perla ma anche l'odore pungente della putredine.

5 commenti:

  1. senza calcare la mano hai espresso il disgusto. mi piace, più lineare del solito, riesci ad unire una bella scrittura all'appunto fatto a trani.

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  2. Piacerebbe a Fernanda Pivano. Questo te lo do per certo.
    L'idea è buona.
    Il contenuto anche, ma avresti potuto scrivere di più, non avresti stancato.
    Stilisticamente è per un 40% finiano, un altro 40%(50%) beat e un 20%(10%) hemingwayiano.
    Lo vedrei come un commento di quei video compositi critici della tv spazzatura che Celentano faceva vedere in Rock Politik (solo che il cantante li accompagnava con sue canzoni).

    Entrerebbe nei manifesti della Nuova Destra come potrebbe rientrarvi il famoso album di Battiato "L'Arca di Noè."

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  3. chissà se gli anonimi so sempre gli stessi...
    il legionario continua a farmi danzare sul pendolo della politica, tra chi mi vede di destra e chi mi vede di sinistra e io che vedo male alla luce e non posso mettere gli occhiali da sole.
    Entrare nei manifesti della nuova destra? Magari!

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  4. non lo sono, fidati, e forse è meglio così. riguardo il bel post, come diceva qualcuno, resteremo sempre degli autodidatti e non la finiremo mai di aver a che fare con l'infanzia, mai.

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