14/08/09

Etica, estetica, dianoetica. Apologia "do' cafone"


«Se abbassi la mutanda si alza...» il video della consigliera Pdl

1. Napoli. Giardinetti pubblici. Sullo sfondo spiccano le vette di palazzoni di periferia. Un cantante in paramenti raccapriccianti narra la sua storia personale - la storia "do' cafunciello". In mano una pompa d'acqua zampillante. Intorno quattro ragazzotte s'alternano a constatare la virile portata dello schizzo. Replicano il ritornello, divertite. E' la pompa a giustificarne la presenza. Evidente simbolo fallico [in foto, Costantin Bancussi, X], irrora acqua che le ragazze raccolgono a piene mani. Il fallo idraulico chiede per sua stessa natura la presenza di chi ne coglie il getto cortese. Per gli addetti ai lavori, è un po' come la brocca di Heidegger nelle lezioni di Brema e Friburgo. Per ingraziarsi il panciuto benefattore quelle non devono far altro che occupare la loro posizione sullo sfondo, ripetere il ritornello, muovere il culo e aprire le mani in religiosa attesa. A montecitorio accade lo stesso.

2. Meriterebbe di essere riportata tutta la canzone "do cafunciello" che gradualmente passa dalla storia narrata ad una vera e propria apologia del cafone. Ne riporterò solo qualche passaggio, giusto per gradire.

A quanto pare già da bambino "o cafone" manifestava virilità straordinaria "sucando" avidamente "e zizze" di sua madre. Poi dalla stalla alle stelle della tv grazie ad un programma di indiscusso successo popolare in Campania, "Tele Cafone". Nomen omen. Circondato da donne governa su di loro "con la carota e col bastone" [intanto la gleba continua a cantargli il ritornello a muovere il culo e a mettere le mani a cucchiaio o, per gli heidegheriani, a brocca]. Lui agita la pompa in aria, vessillo del trionfo, del potere, ne guarda incantato il gettito con sottile autoerotismo. Al culmine dell'estasi la porge ora a destra ora a sinistra, serafico, cingendo il fianco di una piuttosto che di un'altra ragazza.

"Il cafone s'è arricchito" [cesareo, parla in terza persona] dice. Ma ne ha per tutti, per i poveri di ogni colore. E' un modello da seguire, un esempio di come avere successo nella vita "ride e canta come un ragazzo mentre la gente se magna lu cazz"[cfr. foto]. Lui è della gente, la gente gli vuole bene, il suo successo deriva dal saper corrispondere esattamente al loro pensiero sintetizzando nella propria persona i più bassi istinti della loro cafonaggine e il successo economico, sociale, politico.

Berlusconiano fino all'osso, "o cafone" pubblicizza il nano di arcore con assoluta convinzione durante le campagne elettorali. Trova in esso un corrispettivo simile a quello che i suoi telespettatori vedono in lui stesso. Gerarchie villiche. Ora una delle annaffiate dalla pompa sta per prendere il volo: Francesca Pascale, la rossa dei video, è diventata responsabile sport e spettacolo del PDL regionale campano. Sogna Montecitorio. La ragazza merita.

Apologia del cafone. Estetica raccapricciante. L' etica che ne consegue non è da meno. Dianoetica [dianoetikòs, relativo al pensiero] devastante nel dominio incontrastato di quella che, con una terminologia un po' nerd, potremmo definire la "lowbrow class".

2 commenti:

  1. Studente non in vacanza16 agosto 2009 alle ore 11:06

    Se non sbaglio Hegel o un amico suo diceva che gli uomini usano vestirsi e non girare ignudi per coprire le disgrazie del corpo e dissimulare la somiglianza con gli altri esseri animali.

    Esibizioni del genere, intendo quella de 'o cafunciello', a me suonano come la malinconia dell'uomo inteso in senso hegeliano. Quasi risentimento oserei dire: il napoletano non si riconosce come discendente delle scimmie, prova disgusto per le abitudini sessuali dei bonobo, ma contemporaneamente come tutti gli altri animali soffre le passioni dell'accoppiamento.

    Nell'attrito fra irreprensibili comportamenti adulti dettati dalla corteccia prefrontale e il desiderio bestiale dell'(assolutamente) altro - come lo è la donna per un uomo eterosessuare - ecco che si possono osservare spettacoli simili.

    Però c'è da dire che si può cercare l'equilibrio fra l'abisso animale e impiccio sociale senza cadere nel trash dell'amico napoletano. Si può, e credo che la "satira" sia il migliore esempio a riguardo.

    Cazzo, come sono intelligente.

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  2. si ma... quanti altri bonobo dovremmo avere in parlamento? quanti altri (assolutamente) simili?
    e i bonobo giocano a carte come hegel dopo la pubblicazione della scienza della logica?

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