Qualcuno linkato questo articolo. Prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno di qualche giorno fa. Merita.
http://62.77.48.23/Default/Scripting/ArticleWin.asp?From=Archive&Source=Page&Skin=GDM&BaseHref=GDM/2009/09/14&PageLabel=NAZI1&EntityId=Ar00107&ViewMode=H
"Da grande voglio fare il filosofo" recita il titolo. Divertente. Scritto anche benino. Husserl fa capolino e dice che bisogna smascherare le ovvietà. E' di un tizio che studia filosofia, fa il giornalista, vanta pubblicazioni da sui quotidiani. Non da ultimo è nipote di un famoso giornalista, intellettuale, già direttore di giornale che per un periodo ha anche condotto un programma in rai durante uno dei tanti governi Berlusconi.
Beh, Gianluca è comunque un ragazzo in gamba. Così dicono almeno e ci credo. Io non lo conosco se non di vista e se non per aver scambiato qualche parola con lui di tanto in tanto. Ma visto che è da un po' che nulla colpisce la mia attenzione ho deciso di scrivere qualche obbiezione a Gianluca; la volontà degli dei impedisce che queste mie parole possano essere lette come Nemesi o come compensazione dell'ordine cosmico. Ho un blog che, sempre per volontà degli dei, ha un bacino d'untenza un tantinello inferiore rispetto a quello a cui può ambire gianluca dalle "colonne della gazzetta" [cito liberamente dal grande Carmelo Bene]. E credo in tutta sincerità che sia giusto così. Ma allo stesso modo, mi si conceda di non credere che questo sia il più giusto dei mondi possibili, per quanto sia indiscutibilmente vero.
Gianluca, dicevo, ha scritto qualcosa da blog non da prima pagina di un quotidiano. A mio avviso. Ma capisco bene che questo discrimine può non avere più alcun senso per il giornalismo italiano. E qui non sono il solo ad essere di questo avviso.
I riferimenti simpatici alla musica house e alla tipa indiana erano un modo per dire "guardate sono proprio come voi gente comune; filosofo si ma vado in discoteca, ballo e cerco di rimorchiare con come è consuetudine del galletto tricolore all'estero!".
Tranne poi aggiungere un po' contraddittoriamente la toppa aristotelica della filosofia "regina e non ancella" ( libera cioè dal sozzo servigio alla causa umana a cui sono condannate le altre scienze). Ogni filosofo in cuor suo giustifica la propria industria intellettuale in questi termini. Anche quando ti somministrano ampi sorrisi di umana e democratica empatia, l'immagine che ha di se il filosofo è quella di un illuminato. È la tradizione a costringerci a questo ruolo, è lei che ci fa indossare queste logore vesti, da Eraclito in poi passando per la botte di Diogene... abbiate misericordia di noi gente comune.
Filosofia regina delle scienze si diceva. Filosofia che non serve, non è un'ancella. Cosa non vera perché la filosofia viene studiata in Università solo perché al Liceo esiste ancora il suo insegnamento, quindi "servono" persone in grado di insegnarla ai ragazzini. Esiste perché "serve", proprio come le ancelle. Nessuno altrimenti permetterebbe ai professori di Filosofia delle Università italiane i loro lauti stipendi.
In democrazia, per volere e grazia degli dei, non c'è molto spazio per le scienze coronate e dalle dita candide, e la filosofia è una tra le scienze, materia tra le materie al liceo, senza differenza di rango. Anzi, la differenza la si apprezza per difetto, quando dei filosofi si lamenta la mancanza di concretezza o un eccesso di fumosità nei ragionamenti.
Considerazioni frivole riempiono quell'articolo dunque, un movimento consolatorio cosparso da un velo di ironia che allontanano l'attenzione dall'essenziale: che sono una litania in falsetto da parte di chi sa di non essere in nulla accomunabile al destino che aspetta la maggior parte dei laureati meridionali. Me compreso ovviamente.
La stessa possibilità di essere pubblicato in prima pagina, alla sua età e con quel tipo di considerazioni (e di scabroso titolo) dovrebbe allontanare da lui tutti i timori per il proprio futuro lavorativo.
I cazzi sono di tutti gli altri. E non solo degli iscritti a filosofia. Il perché lo si può intravedere anche nella ragion d'essere di quell'articolo, il sistema che ha permesso la sua pubblicazione, tutto ciò che è dietro un sistema paese ancora vessato da nepotismi, anche laddove non sono necessari. È la orma, non mi va neppure di protestare per questo. Ma che non mi si venga a fare la retorica del filosofo che ha fatto una scelta di vita dimenticando che è la vita ad aver scelto per lui il suo futuro.
Non voglio però togliergli i meriti o discriminarlo, lo apprezzo per quello che è. C'è ad esempio un suo altro articolo in rete in cui analizza con piglio intellettuale la potenza sessuale dei calciatori e delle star hollywoodiane. Molto divertente, lo preferisco a quest'ultimo perché lì per lo meno è più sincero con sé stesso e con il lettore. Non è costretto a dissimulare.
Ad ogni modo, auguro sinceramente a Gianluca di diventare da grande quello che è meglio per lui e per cui meglio mi pare tagliato: non il filosofo come recita il titolo ma il giornalista.
ciao Arcangelo, scusa la blasfemia di scrivere nella sezione commenti ciò che non compete all'alto grado delle vostre speculazioni, ma ti contatto per ricordarti che la mia mail è niccoloagrimi@yahoo.it per il libro di benjamin(spero si scriva così)fammi sapere al più presto perchè lunedi e martedi andrò a bari quindi...
RispondiEliminap.s. cancella il commento dopo averne usufruito, non vorrei essere tacciato di eresia, grazie.
ti è concesso per una volta, ma non ne approfittare... per quanto ne so non so cancellare un commento almeno che non l'abbia scritto io. rimarrà agli archivi, sarai tacciato di eresia e colpito da anatema
RispondiEliminaSvendo la mia dignità causa necessità economica.
RispondiElimina15 e. trattabili, no perditempo.
(a questo punto ne approfitto per lasciare qualche annuncio vista la possibilità di utilizzare il blog come bacheca auhuahuha)
DF