"E dopo che dall'uva s'è allontanata,
la volpe diventa sostenitrice della vendemmia indiscriminata..."
Essì, perché è di ieri la notizia della riforma universitaria in chiave meritocratica voluta dal governo Berlusconi. Bene. Meritocratico è un aggettivo che in Italia richiede le virgolette a prescindere. Nessuno crede che sia realmente qualificativo di qualcosa, soprattutto se il termine a cui si riferisce è riforma e questa riforma è varata dall'organo legislativo dello Stato. Ma è uno slogan di tutto rispetto, che da qualche speranza, molte apprensioni e un vago senso di freschezza lungo la colonna vertebrale e il collo, su su fino alle tempie.
Soprattutto per uno che si è appena laureato, che ha assistito allo scandalo dei concorsi universitari, che è stato superato in una graduatoria da una demente che non conosceva nemmeno le tre metamorfosi dello Zarathustra pur portando un progetto di ricerca su Nietzsche, cosa che si impara sfogliando l'indice del libro in questione. Ma tant'è... Dottorato vinto, da lei, il coronamento di un sogno per quella ragazza tanto meritevole. Quando si desidera disperatamente aria nuova dunque, vale la pena cercare sollievo anche dai gas di scarico di un vecchio diesel. Spero non sia questo il caso però.
Non sono un analista, non mi intendo di storia dell'istituzione universitaria ma so come prendermi per il culo. [Dinos & Chapman, Cyber Iconic Man]. Allora mi metto a testa in giù, dall'altra parte, e devo dire che non si sta affatto male.
Ho letto i punti, confrontata la notizia su diversi organi di stampa, cercato di comprenderne il modello, la "filosofia", e credo che seppur criticabile in alcuni suoi aspetti questa riforma sia largamente condivisibile. Condivisibile come una scommessa con la quale se si perde non si perde niente e se si vince si vince tutto. Mi spiego.
L'orror vacui che s'è aperto sotto i piedi degli studenti dell'udu e dei professori che dell'udu sono in qualche modo ai vertici è qualcosa di comprensibile ma che questi faranno bene a farsi passare. Tanto gli passa, il rumore è solo una reazione fisiologica, come gli scatti nervosi dei cadaveri ancora caldi. Certo, la loro opposizione sarà forte e ideologica, riterranno inaccettabile che il privato possa riuscire a migliorare la situazione; si invocherà il diritto allo studio, studenti con la barba scura e le sciarpe al collo fin da metà agosto guideranno manifestazioni di altri accaldati studenti. Si useranno frasi tipo "fine dell'università" "fine dei nostri diritti" "sapere e cultura per tutti" "diritto al sapere e coscienza critica" gridate mentre di sottofondo, con il consueto tocco surreale di queste manifestazioni, canteranno i Modeancityrempblers e Bandababardò ad allietare le ore di cazzeggio distratto e spensierato delle manifestazioni studentesche.
Il sistema universitario è alle pezze. Come buona parte del settore pubblico italiano è marcio, gli sprechi riempiono le pagine scandalistiche della cronaca italiana da decenni, le modalità di far carriera collegate più che alle capacità del singolo ricercatore alle capacità del medesimo di fare occhi languidi e ampi inchini al proprio prof ( è prosa non poesia).
Ho visto dottorandi ciondolare tra bar e cortili per intere giornata, fumare sigarette all'aria aperta, discutere di politica, di sport di filosofia alla stessa maniera, con le stesse persone, sempre alla solita ora come a timbrare il cartellino. Ho letto tesi di dottorato scandalose, lavori arzigogolati scritti da ricercatori buoni per le pagine enigmistiche dei settimanali coi cruciverba, pubblicazioni inconsistenti, anche di ordinari, lavori antiscientifici, anarchia degli atomi del pensiero, metafisici da reiki, politologi veteromarxisti tornare a Bakunin, esteti adorniani che odiano le pellicole cinematografiche e tacciano tutta la musica di essere decadente e al servizio del potere.
Le idee in voga decenni fa resistono in facoltà come la mia per via di un sistema di rinnovamento praticamente inconsistente. I professori eleggono a propri seguaci persone che la pensano come loro e rimangono giudici del loro operato accompagnandoli dalla culla alla culla più grande. Ovvio che fin che la barca va lasciala andare, e le barchette occhialute di dottorandi e ricercatori sanno come andare diritti. La distanza dalla prova scientifica, il banco di prova inconfutabile (non nel senso di Popper) delle scienze esatte, permette alla muffa di crescere rigogliosa e di prosperare, pingue e distratta, in un mondo di pensiero irrelato, fatto di speculazioni filosofiche come quelle su cui faceva satira Molière. Certo, potreste tranquillamente dirmi: hai scelto di fare filosofia, che cazzo t'aspettavi? "Si ma... ma io pensavo di volerci vedere meglio in un periodo in cui non vedevo un cazzo ma sentivo incomprensibili voci e rumori fastidiosi intorno". Altra storia.
Non è male la riforma. Gocciolo a testa in giù, ah-ah. L'intervento dei fondi privati e dei manager universitari può impressionare i fautori dello stato a tutti i costi. Eiaculatio precocis. Fanculo tutti. Certo è discutibile ma è il modo più concreto per dare, se non una vera e propria cura, un palliativo alla cancrena. Ma sinceramente credo che funzionerà. In italia pare funzioni solo il privato. One more time. Il settore pubblico italiano è un carrozzone che il privato traina non senza difficoltà, leggevo su The Economist qualche settimana fa. Non ho strumenti a sufficienza per smentirlo mentre le mie poche esperienze confermano.
Arcà, davvero, quando scrivi certe robe non sembri manco tu. In questi articoli ci leggo una serie di luoghi comuni lunga un chilometro, che nulla c'azzeccano con "il merito" della questione...
RispondiEliminaChe il privato funzioni, in Italia, è TUTTO DA DIMOSTRARE. Magari fosse vero! Ma, vedi, alla fine, peraltro, è anche un altro discorso.
Si dice che questa sia "la riforma contro i Baroni". BALLE.
La riforma prevede questo:
-Il Senato viene svuotato dei suoi poteri, che passano quasi tutti al CDA (e fin qui, si può essere d'accordo o meno, ma diciamo che è opinabile...).
-Il CDA cambia composizione, divenendo così composto: il Rettore, 4 interni scelti dal Rettore, e 4 "esterni" scelti SEMPRE DAL RETTORE, e SENZA NESSUN CRITERIO DI SCELTA! Chiude, tanto per fare presenza UN rappresentante degli studenti, contro i 6 di oggi.
-Restano i vertiginosi tagli, che porteranno a breve ad aumenti di tasse.
Ora, anche un cieco vedrebbe, oltre alla gigantesca fregatura del terzo punto (su cui c'è pure poco da discutere...Tagliano le tasse ai miliardari che comprano le ville e gli yacht, e compensano aumentandole a noi...Ma che bravi!), l'imbroglio enorme contenuto nel secondo!
Di fatto, con questo nuovo CDA, per dirla come si diceva un tempo "si combattono i baroni facendoli diventare marchesi"! Si ha un rettore dominus assoluto, che sceglie quali "interni" far progredire, e tra gli esterni, di fatto, può scegliere chi vuole (potenzialmente anche il suo cavallo!). Se invece si seguisse il "metodo fondazioni private", i risultati sarebbero sai quali? Un cambiamento degli insegnamenti non nella direzione di una maggiore qualità ed utilità per gli Studenti...Tutt'altro! Semplicemente si andrebbe a studiare quel che conviene ai finanziatori. Per fare un esempio: una mia amica che studia Medicina mi ha spiegato che lì, se diventassero fondazione privata, studierebbero molta meno teoria...Il che vuol dire MEDICI MENO PREPARATI (alla faccia del miglioramento!).
Quanto ai concorsi, ai dottorati, ecc., non è difficile capire che i difetti che trovi ora, bene che vada li troverai immutati. Male che vada, s'incancreniranno pure di più.
Vedi, è facile fare demagogia su "Udu ideologizzata" e cretinate varie. Il problema è che quegli "ideologizzati", come li chiami tu, sono pure troppo morbidi...