E' il morbo. Il morbo non lo puoi controllare, ti prende, ti attanaglia le meningi, stringe e stride. se entra te lo porti appresso tutta la vita, ogni manifestazione della realtà è compromessa, la realtà perde di senso acquistandone molto di più. Un esempio:
"tutta la notte in piedi a finire il giornale,fumo una quantità sconsiderata di sigarette.alle sette e mezza finisco,mi incappuccio e vado a correre per evitare una cancrena cerebrale.filo per sei km in mezz'ora,all'altezza del ponticello incrocio due ragazzotti metallari che mi guardano con aria snob mentre fumano la loro prima sigaretta della giornata,ben riparati dai genitori che il giorno dopo firmeranno la giustifica"
Altri se ne presentano in continuazione, spostano gli assi cartesiani del mondo, riportano tutto su una dimensione frattale dove è impossibile seguire l'andamento fino alla fine. Ci si perde. E' la varietà a spaventare, per questo si trovano appigli stabili. Il morbo li scardina, smotta il terreno della logica, del buon senso, di tutto ciò che è bene e che è male. E' il lascito del travaglio, i punti di sutura sulla corteccia celebrale, il dolore di una ferita che stenta a rimarginarsi e su cui piove sodio.
In altri termini può essere l'inquietudine di vivere. Credo che percepire la nausea di sartriana memoria sia la manifestazione fenomenologica del sentirsi vivi.
RispondiEliminama anche la manifestazione fenomenologica della poco sartriana salsiccia di norcia
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